Uva da tavola biologica e le difficoltà dell’export: un convegno allo IAM

Pubblicato il 18 Mag 2014 da Redazione

vinobio

La Puglia è la principale produttrice di uva da tavola biologica, ma non sa come esportarla. Allo IAM di Valenzano un convegno scientifico ha offerto le soluzioni.
Migliorare l’irrigazione e i metodi di conservazione dell’uva da tavola biologica dopo la raccolta. Sono i rimedi scientifici suggeriti da SAL.U.TA, un progetto di ricerca finanziato dal ministero dell’Agricoltura che ha visto impegnati esperti dello IAM, l’Istituto Agronomico del Mediterraneo di Valenzano.
Il workshop finale ha messo in evidenza studi e risultati delle sperimentazioni sulla tutela del prodotto, soprattutto al fine di rafforzare le esportazioni. La Puglia, infatti, con oltre 2mila ettari certificati, è al primo posto in italia per la coltivazione di uva da tavola biologica che arriva sulle tavole di tedeschi e inglesi, ma anche furoi dai confini europei. La produzione viene esportata in Paesi europei ed extra europei affrontando difficoltà di conservazione e barriere fitosanitarie che spesso penalizzano il raggiungimento di alcuni mercati.