Carnevale, la prima sfilata di carri a Putignano. Il tema la diversità

Pubblicato il 25 Gen 2016 da Redazione

Carnevale di Putignano 2016 (14)

Sono ispirati al tema della diversità le opere mastodontiche dei maestri cartapestai che ieri, domenica 24 gennaio, hanno sfilato per la prima volta per le vie di Putignano dando così ufficialmente il via alla 22esima edizione del Carnevale, il più lungo d’Europa. In migliaia hanno sfidato il freddo mitigato da un timido sole assiepati lungo il corso principale di Putignano per vedere i giganti di cartapesta. Un appuntamento ha visto vincere anche quest’anno la satira e la storia moderna.
Da Corso Umberto I ha preso il via la sfilata dei carri allegorici, delle cinque maschere di carattere e dei 13 gruppi mascherati che ha animato con suoni, colori e satira il centro del Comune barese. Sette i carri allegorici ispirati alla livella di Totò: “Non tutti i Gulliver vengono per nuocere” a cura dell’associazione cArteinregola; “Miseria e Nobiltà (‘A livella)” dell’associazione Arcas Franco Giotta; “Senza identità (il vento a volte viene da Sud)” dell’associazione La Maschera; “Una per tutti, tutti in una” dell’associazione Carta..Pestando – gruppo N.G.M.; “Un solo Dio” dell’associazione Carta & colore; “La razza umana” dell’Associazione Conlemani. Nell’emergenza non c’è differenza…?!” dell’Associazione Falsabuco-Tradizione e innovazione. Tutti i carri sono stati arricchiti come da tradizione da straordinari gruppi mascherati in una pioggia di coriandoli per il divertimento dei più piccoli. E a Putignano non poteva mancare la sua maschera simbolo, la Farinella dall’aspetto di un joker, con un abito costituito da toppe multicolori e un cappello a due punte, ciascuna delle quali con un sonaglio. La maschera prende il suo nome dalla Farinella, prodotto tipico della città. Sostituta del pane, questa polvere color ocra ha sempre avuto le caratteristiche di un comfort food nutriente, genuino e, soprattutto, pratico take away a reale km 0: conservato in un sacchetto di tela da appendere alla vita dei pantaloni, veniva consumato tal quale in accompagnamento ai fichi freschi o secchi (in base alla stagione). Ma, ad un certo punto, ha conquistato perfino i palati dei signori come ingrediente di sostanza per ricette più ricche e goderecce sino a legare il suo gustoso sapore al nome della maschera simbolo del Carnevale datato 1394.

Foto copyright Domenico Zagaria