Spazi pubblici e sprechi a tavola, se ne è parlato a Bari

Pubblicato il 23 Mag 2015 da Redazione

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Patrimonio pubblico e scarti alimentari: valorizzarli attraverso un uso più virtuoso e intelligente. Si può fare. La dimostrazione è arrivata ieri sera durante “Il gusto del riuso”, un’originale manifestazione organizzata da Rp Consulting all’Impact Hub di Bari, luogo scelto non a caso perché simbolo di start up, coworking e innovazione sociale.
Una scenografia caratteristica con una tavola imbandita di specialità tipiche pugliesi ha ospitato i due momenti sinergici dell’evento. Un talk show, condotto da Stefano Cianciotta, giornalista economico e opinionista Rai e Damiano Ventrelli, vice presidente di Slow Food Puglia, in cui sul palco si sono alternati esperti nel settore della riqualificazione di immobili pubblici. Come Aldo Patruno, dirigente dell’Agenzia del Demanio, e guida di riferimento sul tema del riuso durante il dibattito. «In Italia l’80% del patrimonio pubblico appartiene agli enti locali, solo il 20% direttamente allo Stato – ha illustrato – La via maestra non è svenderli per risanare i conti, ma riempirli di talento e creatività per creare occupazione».

Negli stessi minuti, sul palco, è andato in scena un gustoso “show cooking” ai fornelli tra due fra i più importanti Executive Chef della Puglia: Antonio Bufi, di Eataly Bari e lo stellato Vinod Sookar, direttamente da “Al fornello da Ricci” di Ceglie Messapica (Br). Riutilizzando materiali considerati “scarti alimentari”, i due hanno proposto due prelibate ricette, degustate dal numeroso pubblico al termine dell’incontro: un risotto ai baccelli di piselli, con battuto di buccia di cipolla per il primo, una innovativa “polpetta della nonna” per il secondo, ottenuta con il pane del giorno prima, un quinto quarto di carne e un sugo con tre tipologie di pomodoro di Slow Food Puglia.

Mentre i primi odori delle due ricette iniziavano a inebriare il padiglione, il talk show, vivace e interattivo, discuteva di buone pratiche di gestione, pubblica e privata, attraverso contributi importanti.
«Il riuso non è un’operazione immobiliare ma di cittadinanza. Riempiamo di talento e creatività questi spazi vuoti, così innescheremo occupazione e forte impatto sociale». L’esortazione è arrivata via Skype da Giovanni Campagnoli, autore del road book “Riusiamo l’Italia”.
Giuliano Montagnini, amministratore delegato di “Seci Real Estate” del Gruppo Maccaferri, ha illustrato un progetto di salvataggio e recupero coste realizzate con una stampante tridimensionale.

Dal mare all’entroterra. A Bologna le aree ferroviarie e militari sono state oggetto di un ampio progetto di strategia territoriale, per la valorizzazione dei cespiti pubblici. Un’esperienza raccontata direttamente da Cristina Tartari, architetto dello Studio “Tasca” del capoluogo emiliano.
Riusare i materiali alimentari è soprattutto un momento di condivisione. Lo sa bene Walter D’Abbicco, co-founder e responsabile marketing di Gnammo, una start up che coniuga il cibo con la socializzazione.
Evento conviviale per eccellenza è il matrimonio, in cui tradizione e innovazione si fondono per rendere più indimenticabile una festa. Se ne occupa Silvana di Niso, wedding planner che in diretta ha realizzato un allestimento nuziale con materiale di recupero.
Un trio intraprendente per progetti di sviluppo. Filippo Picerno, Domenico Lorusso e Giacomo Martines sono tre ricercatori che hanno avviato idee innovative sul tema del riuso. Le hanno esposte davanti, anche, a una delle padroni di casa della serata: Silvia Sivo, co-founder di Pop Hub, che riporta a nuova vita edifici abbandonati.
Basta poco per riqualificare spazi pubblici abbandonati o utilizzare con maggiore parsimonia il cibo e le sue prelibatezze. C’è più gusto nel riuso, a tavola come in un cantiere.