Il ‘vino’ fa bene ai pesci: mangime a base di uva pugliese

Pubblicato il 13 Apr 2014 da Redazione

Vini variMangime per spigole ed orate di allevamento arricchito con estratto di uva da vino. Senza effetti sul loro… orientamento. Tutt’altro. Il fitocomplesso estratto da uva di Troia, ad acino piccolo – messo a punto dai ricercatori dell’università di Bari e da quelli della Farmalabor, azienda farmaceutica di Canosa (nel Barese) – ha infatti effetti positivi che riducono drasticamente l’uso di antibiotici e di vaccini. L’uva di Troia – dal nome di un vino rosso ad alta gradazione prodotto soprattutto nell’areale compreso tra il nord Barese e il sud Foggiano- è infatti un antiossidante attivo ricco di polifenoli in grado di potenziare il sistema immunitario dei pesci riducendo l’impiego di antibiotici. E quindi pesci più sani, carni più sane, alimenti più sani per il consumatore.
I 14 ricercatori impegnati nel progetto “Vis Maris” (forza del mare) hanno verificato che il mangime tradizionale arricchito con il fitocomplesso potenzia il sistema immunitario dei pesci, limita l’impiego di antibiotici e vaccini e migliora la qualità degli alimenti ittici. Il meccanismo è semplice. “Il pesce -spiega Emilio Jirillo, docente di Immunologia dell’università di Bari, impegnato nel progetto – ingerisce il polifenolo contenuto nel mangime e stimola le sue cellule immunitarie intestinali. Da lì si propagano a tutti gli organi del pesce proteggendolo dai patogeni presenti negli allevamenti”.
Insomma incorpora sostanze protettive che altrimenti otterrebbe dai vaccini e dagli antibiotici. Finito in tavola, il pesce trasferisce i polifenoli direttamente all’uomo. Analogamente, se il pesce è infiammato ingoia i farmaci che però, sul lungo periodo, hanno effetti gravi sul tubo digerente dell’uomo. Questo esempio di collaborazione operativa tra l’università e la Farmalabor ha dato risultati anche commerciali: una multinazionale del settore intende infatti siglare un accordo a livello europeo con l’azienda di Canosa per la produzione del mangime arricchito.
Per la Farmalabor – oltre 70 dipendenti,età media 32 anni, fatturato 2013 di 9,3 milioni di euro e stime per quest’anno oltre i 10 milioni – i risultati del progetto “Vis Maris”, finanziato anche dai fondi Ue e regionali del Fesr, sono la conferma del peso anche scientifico raggiunto dai suoi ricercatori. Tanto che il centro studi e ricerche sarà ulteriormente potenziato e sarà inaugurata, nei prossimi giorni, anche la parte didattica perché è stato scelto come centro di specializzazione post-laurea del dipartimento di Farmacia dell’università di Bari, “caso unico al Sud” dice Sergio Fontana, fondatore della srl nata 13 anni fa in due stanzette.

da “Il Sole 24 ore”