“Vin’ a Trani”, la città celebra il suo simbolo

Pubblicato il 11 Dic 2014 da Redazione

“Vin’ a Trani”. La declinazione in vernacolo di un invito e insieme la valorizzazione del prodotto tipico più famoso della città.
Il vino come espressione dell’identità di un territorio. O, se preferite, simbolo della “perla dell’Adriatico”, Trani, che vuole tornare a rivivere i fasti del passato, ripartendo proprio dal suo “bene” conosciuto in tutto il mondo.

Si chiamavano “I Trani”, infatti, quelle botteghe della Milano “da bere” degli anni ’60 dove si poteva mangiare e stare in compagnia. “Scolando barbera”, cantava Giorgio Gaber in una sua famosa canzone chiamata proprio “Trani a go go”, ispirata ai momenti passati insieme ad artisti come Dario Fo, Enzo Jannacci, Adriano Celentano, Lino Banfi, e tanti altri.
E così a Trani il vino diventerà protagonista di una serata tutta da vivere. Il prossimo 21 dicembre i saloni dell’ottocentesco Palazzo Pugliese, nel cuore della città, apriranno i battenti ad esperti e semplici appassionati del bere bene e consapevole.

Si chiama “Vin’ a Trani”, dove l’apostrofo è a forma di goccia e il simbolo è una cattedrale fatta di soli calici, l’edizione numero “0” della manifestazione ideata da Francesca De Leonardis, consulente enogastronomica, e Michele Matera, titolare del ristorante “Corteinfiore”, che mette insieme i vini del territorio e non.
In tutto 17 le cantine che esporranno i loro prodotti, “freschi di vendemmia”. Arrivano dalla Puglia naturalmente, dall’Abruzzo, dalla Campania, dalla Sicilia, dal Friuli e naturalmente dalla Lombardia, in un ideale itinerario enologico e gastronomico. Un modo diverso di festeggiare il Natale, un modo insolito e del tutto nuovo per fare un brindisi, di quelli d’autore, per il nuovo anno.
Si tratta di un momento di convivialità ma anche l’occasione per fare il punto della situazione, un bilancio della vendemmia. Non mancherà l’olio extravergine di oliva, tra i prodotti fondamentali del paniere gastronomico, e i cibi tipici del territorio pugliese.
Un intero pomeriggio, dalle 17 alle 22, in cui sarà possibile vedere coniugarsi arte, cultura, gusto e buon vivere.

Non solo degustazione, naturalmente. Parte del ricavato della vendita dei biglietti per l’acquisto dei calici (10 euro) andrà al progetto Made in Carcere, l’iniziativa nata nel 2007 da un’idea di Luciana Delle Donne, fondatrice di Officina Creativa, una cooperativa sociale, non a scopo di lucro, che dà lavoro alle detenute. Le donne impegnate nel progetto producono manufatti “diversa(mente) utili”, dalle borse agli accessori originali e colorati. Prodotti “utili e futili”, confezionati da persone ritenute ai margini della società, detenute alle quali viene offerto un percorso formativo, con lo scopo di un definitivo reinserimento nella società lavorativa e civile. Lo scopo principale di Made in Carcere è diffondere la filosofia della “seconda opportunità” per le detenute e della “doppia vita” per i tessuti.

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