È “Otto” l’anello che mancava

Pubblicato il 26 Gen 2016 da Redazione

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Serata all’insegna delle eccellenze per presentare Otto, ultimo vino nato in casa Carvinea ottenuto da uve Ottavianello in purezza. Otto come l’anello che congiunge questo vitigno al territorio di Ostuni, la sua patria d’elezione, e che completa il panorama dei vini pugliesi con un prodotto inedito e di raffinata eleganza.
Otto è figlio della passione e creatività di Beppe di Maria, patron dell’azienda, che ha puntato sulla riscoperta dell’Ottavianello seguendo una sua intuizione vincente: “La mia idea si è concretizzata nel 2013, quando ho coraggiosamente convertito circa tre ettari di vigneto alla coltura dell’Ottavianello – commenta di Maria – un vitigno tipico della compresa tra Ostuni, Carovigno e San Vito dei Normanni, per lunghissimo tempo “in oblio” nel suo stesso territorio ma nel quale intravedevo un grandissimo potenziale. E ho subito coinvolto in questa avventura il nostro enologo Riccardo Cotarella, che ha immediatamente condiviso il mio progetto e ha magistralmente creato OTTO, ” Il vino che mancava”.
Oggi Otto rappresenta senza dubbio la massima espressione di questo vitigno e arricchisce l’offerta di Carvinea occupando una posizione di prestigio, secondo la ricerca dell’eccellenza che contraddistingue la filosofia dell’azienda. Il mio desiderio è che l’Ottavianello possa crescere all’interno del panorama vitivinicolo pugliese e guadagnarsi il suo giusto riconoscimento”.
Con Otto l’Ottavianello, vitigno dalle grandi potenzialità per lungo tempo poco valorizzato e declassato a vitigno da blend, si prepara a non avere più confini nella galassia dei grandi vini. Così commenta Riccardo Cotarella, padre di questa e di tutte le altre etichette dell’azienda: “L’Ottavianello è stato ingiustamente accantonato per lungo periodo, per le sue caratteristiche che lo allontanano dal prodotto “classico” pugliese. Ci voleva l’iniziativa forte, visionaria e libera da condizionamenti di un imprenditore come Beppe di Maria per riscoprirlo e valorizzarlo, riportandone alla luce tutta l’eleganza e il potenziale di vino di altissimo livello. Solo un’accurata ricerca e una seria sperimentazione in vigna e in cantina potranno dire se questa varietà potrà affiancarsi, per diffusione, alle più note pugliesi. Quel che è certo per me – continua Cotarella– è che, già oggi, in termini qualitativi l’Ottavianello si può annoverare fra i vini più importanti della regione, ed è anche vino in linea con i tempi, delicato, equilibrato, raffinato, la cui bellezza arricchisce e completa la gamma dei rossi pugliesi con un genere completamente nuovo. Per me, che nella mia carriera ho sempre avuto le più grandi soddisfazioni nei territori e con i vitigni meno famosi, lavorare con l’Ottavianello è stata un’impresa molto interessante e di grandissima soddisfazione”.
Sede della presentazione il Centro Porsche Bari di Modugno, con l’intervento di illustri ospiti a raccontare, discutere e conoscere l’Ottavianello in un simposio dei tempi moderni. Presenza d’eccezione Bruno Vespa, chiamato a coordinare gli interventi degli ospiti Riccardo Cotarella, Enologo Carvinea; Nino D’Antonio, scrittore e giornalista; Leonardo Di Gioia, assessore all’Agricoltura e alle Risorse Agroalimentari Regione Puglia; Paolo Lauciani, docente Fondazione Italiana Sommelier; Giorgio Mercuri, presidente Fedagri Confcooperative; Attilio Scienza, docente universitario; Dario Stefàno, Senatore della Repubblica.
Tema del dibattito la grande riscossa di questo vitigno che prende il nome dal marchese di Bugnano che da Ottaviano, in provincia di Napoli, lo introdusse in Salento verso la fine dell’Ottocento. Nel tempo trascurato a favore di altre varietà, rimane un simbolo della viticoltura dell’area di Ostuni e oggi si appresta a ritrovare la sua identità affrancandosi dal tradizionale uso in blend con Primitivo e Negroamaro.
Il grande impegno di Beppe Di Maria e l’esperienza di Riccardo Cotarella hanno prodotto dei risultati di straordinaria qualità, con la certezza che questo vino sorprenderà anche sul piano dell’invecchiamento.
In chiusura della serata, una ricca degustazione dei vini dell’azienda, in primis ovviamente Otto, accompagnata da un buffet di piatti e specialità gastronomiche pugliesi.