Vini dolci pugliesi: una tradizione antica da conoscere e gustare

Pubblicato il 20 Set 2017 da Gianvito Magistà

Il seguente articolo è stato pubblicato sul numero speciale di FAX – Fiera del Levante 2017, distribuito all’interno dei padiglioni.

Il vino è ormai senza dubbio uno dei fattori trainanti dell’economia pugliese. Anche nel mercato di nicchia di quelli dolci, la Puglia da qualche anno si sta facendo conoscere notevolmente nel resto d’Italia. Famosissimo il Moscato di Trani, ottenuto con uve moscato bianco. È DOC da metà degli anni ’70 e il disciplinare prevede due tipologie: il dolce naturale e il liquoroso. La sua produzione è molto antica: i mercanti veneziani lo adoravano già dall’anno Mille, tanto che il conte di Trani Roberto D’Angiò fu costretto a porre un limite alle esportazioni. Nel 1500, invece, come ci racconta Davide Gangi, sommelier ed editore del portale Vinoway.com, veniva prodotto nelle abbazie: “Il vino da meditazione è nato così, con i vini dolci”, spiega Gangi. “I monaci lo producevano per se stessi per consumarlo davanti ad un camino mentre si rilassavano e contemplavano”. La zona di produzione del Moscato di Trani si concentra tra il nord Barese, la BAT e qualche comune del Foggiano come Cerignola e Trinitapoli.

Il Moscato di Trani è il simbolo dei vini dolci pugliesi, ma non è il solo. Infatti l’unica DOCG dolce spetta, dal 2011, al Primitivo: una situazione quasi paradossale se si pensa che tale denominazione manca per la versione secca di questo vitigno, uno dei più famosi e consumati della regione.
“Vini dolci sono prodotti anche con altre uve a bacca rossa tipiche, come Nero di Troia o Negroamaro. Anche se in quest’ultimo caso si è costretti a creare un blend con altri vitigni” dice Gangi. Il mercato è comunque di nicchia. “La produzione è limitata perché non c’è grande richiesta. Di solito è un prodotto che si consuma in occasioni speciali, durante le feste. E sono molti, purtroppo, anche gli appassionati di vino o wine lovers che non apprezzano i vini dolci” spiega Gangi. “Proprio per questo la maggior parte delle aziende ne produce in quantità minima, in alcuni casi anche solo 1.500 bottiglie”. Negli ultimi anni un aumento delle esportazioni si è registrato verso Cina e Russia, ma la strada è ancora molto lunga.

Per il momento i vini dolci rimangono relegati a margine del pasto, per accompagnare il dessert. E attenzione: mai abbinarli alla frutta. Secondo Davide Gangi è un errore da non commettere: “I vini dolci vanno con i dolci. La frutta lasciamola da sola. Qualcuno sta sperimentando dei gelati preparati con i vini dolci. Questa potrebbe essere una buona idea” conclude Gangi.
A contribuire alla conoscenza e diffusione dei vini dolci, ormai da più di dieci anni, ci pensa anche l’AIS Puglia con l’evento Dolce Puglia in cui vengono premiate le migliori aziende. Sul sito internet dolcepuglia.eu, gestito dalla delegazione dell’AIS Murgia, è possibile consultare la guida e conoscere l’importante offerta dei vini dolci pugliesi.

Gianvito Magistà

Giornalista professionista di Conversano (Bari), laureato in Scienze giuridiche, amante della Puglia e dei suoi prodotti enogastronomici. Ha vissuto e lavorato a Toronto, in Canada, dove è stato co-fondatore e direttore responsabile del settimanale Sud Italia News. /// Journalist from Conversano (Bari). He loves Puglia and its local food and wine products. He worked in Toronto, Canada, where he was the co-founder and the editor in chief of the Italian language weekly 'Sud Italia News'.

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