Da Urbano Chocolatier, dove i cioccolatini diventano gioielli

Pubblicato il 11 Gen 2020 da Simona Giacobbi

Non serve nulla di troppo complicato.
Nessuna tecnologia avanzata.
Solo il marmo, una spatola, un termometro, uno stampo e… le mani.
Sono gli unici “strumenti” che servono a Francesco Urbano, pastry chef chocolatier, nel suo laboratorio di Capurso, dove organizza anche corsi per professionisti e appassionati del settore.
L’ingrediente principale è una grande passione, quella per il cioccolato.

Artigianalità. Metodo. Precisione. Perché la pasticceria è così, è chimica. E Francesco, classe 1985 con alle spalle diversi riconoscimenti ed esperienze lavorative tra cui quella con Luca Montersino e Nestlé/Perugina come consulente, lo sa bene.

“La qualità sta nei piccoli numeri”, ci tiene subito a precisare.

È innamorato di tutti i suoi cioccolatini. Non può, non riesce a sceglierne uno. Sono tutti come suoi figli. Tutti belli e buoni, indistintamente.
E poi, il cioccolato, dice, è “un prodotto di fascia alta, come il caviale e lo champagne, che solo un particolare tipo di cliente sa riconoscere. Può essere di ottima o pessima qualità, soprattutto se il primo ingrediente che si legge sull’etichetta è lo zucchero”.

Francesco parte da un cacao monorigine del Venezuela, del Messico, della Papuasia. Il suo blend preferito è quello Icam, un’azienda che si occupa da generazioni della lavorazione delle fave di cacao.
Nei suoi cioccolatini non ci sono grassi derivati dal latte fresco e si possono conservare per mesi senza alterarsi.
Il risultato è un format estetico colorato e di precisione.

Si parte da una linea più semplice, più quotidiana, quella che comprende 10-12 cubetti in un vasetto di vetro oppure le barrette in cinque colori. Ma il colorante non c’è. Tra gli ingredienti il burro di cacao, il latte in polvere e il muscovado, uno zucchero di canna dal colore scuro non raffinato.

C’è la barretta nera fondente 72% con mandorla e semi di finocchio.
La bruna è con zucchero muscovado, tè nero e mais.
La bianca con pistacchio di Bronte e una punta di sale.
La gialla è invece preparata con il frutto della passione, nocciola e cardamomo mentre per la rossa la protagonista è la fragola accompagnata dalla mandorla cruda e da un pizzico di pepe rosa. Queste ultime due sono le più “preziose”. Il frutto della passione e la fragola vengono, infatti, mescolati in polvere, cioè liofilizzati – “e per la fragola non è un’operazione semplice” – agli altri ingredienti.

Le barrette hanno dato vita a una collezione di cinque tipologie pressoché uguali di praline confezionate poi in prestigiose scatole che un’azienda belga utilizzava udite udite per i gioielli.
Una selezione di più praline porta a una degustazione d’ensemble raffinata scritta a mano, all’interno della scatola, dal maître chocolatier in persona.

Tra le praline – manco a dirlo tutte collaudate, ma bisogna pur verificare la notizia – merita particolare menzione quella fondente con mandorla tostata e semi di finocchio. Un tarallo pugliese in versione cioccolatino, nato un po’ per gioco.

E c’è anche quella con cioccolato bianco, muscovado, mais e chicco di caffè Veronero pestato. Per un grande percorso di gusto.

Una bellissima idea regalo per fare un figurone.

 

Giornalista professionista, laurea in lingue e letterature straniere e un master in Social Communication. Piacentina d’origine, pugliese d’adozione dal 2012, cresciuta a tortelli e gnocco fritto, impara a cucinare in Canada, a Toronto, dove ha vissuto sei anni e dove ha lavorato per il quotidiano italiano Corriere Canadese. Oltreoceano scopre una diversità culinaria etnica senza confini. Da allora la sua vita cambia. Cucina e ristoranti diventano luoghi interscambiabili di idee, progetti, tradizioni e passioni. Ama assaporare, provare, gustare. E fare foto. Conduce su Telenorba e TgNorba24 la trasmissione “I colori della nostra terra”, un programma che parla di ruralità, agroalimentare ed eccellenze enogastronomiche della Puglia. Ha collaborato con I Love Italian Food e il Cucchiaio d’Argento ed è spesso chiamata a far parte di giurie di eventi a carattere enogastronomico e di concorsi legati al mondo della pizza. Recensisce pizzerie per guide cartacee e online. Nel 2011 crea Pasta Loves Me, un blog che parla di lei, di pasta, food e lifestyle. È fondatrice e responsabile di Puglia Mon Amour, un’avventura che vive con gli occhi curiosi di turista e l’entusiasmo di un’innamorata per una terra che regala ogni giorno emozioni, genuinità e solarità. Ha la pizza napoletana nel cuore e tutto quello che rende felice il suo palato. E vive con una certezza: la pizza non le spezzerà mai il cuore.

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