Sulla Murgia barese nasce uno speciale panettone alla birra

Pubblicato il 23 Dic 2019 da Simona Giacobbi

Vederli tutti e tre insieme sembrano un po’ i tre moschettieri.
Solo che non ci troviamo in Francia ma sulla Murgia Barese, ad Acquaviva delle Fonti.
Tutti e tre hanno sfoderato le loro abilità, non spadaccine ma culinarie, e hanno dato vita a un’avventura davvero singolare. Un panettone alla birra.

Un’idea nata così, al volo.
Un braccio che la eseguisse. E che braccio.
E una materia prima davvero particolare.

Tre le eccellenze. Tre i nomi artefici del progetto: Filippo Ciriello, proprietario di uno storico pub-birreria di Acquaviva, il Barba Nera, Eustachio Sapone, pasticciere già premiato per il miglior panettone artigianale d’Italia nel 2017, e Vincenzo Capozzo, mastro birraio del primo birrificio sociale di Puglia, SBAM! – acronimo di Social Brewery Alta Murgia – con sede a Poggiorsini, in provincia di Bari.

Le cose sono andate così.
Ciriello va da Sapone con un’idea ben precisa in testa.
Sapone chiama Capozzo per l’ingrediente principale del progetto.
Capozzo in tre quarti d’ora è nella pasticceria di Sapone con un cartone di birre.
Piccolo brainstorming e poco dopo le mani erano già in pasta.

Ecco come nasce un prodotto unico. Sì. Perché magari il panettone alla birra l’hanno già inventato. Ma tanto per iniziare l’impasto di questo che ha già conquistato il cuore di molti – compreso quello della sottoscritta – non contiene acqua all’interno ma solo birra.

“Volevo creare qualcosa che potesse entusiasmare il pubblico – dice Ciriello – l’idea è nata nel laboratorio di Eustachio (dove si sforna anche il suo famoso panettone alla cipolla rossa di Acquaviva, ndr) per poi coinvolgere immediatamente Vincenzo. Il risultato è un prodotto molto godibile che abbiamo proposto subito sotto forma di assaggio ai nostri clienti del Barba Nera”.

La birra utilizzata si chiama Tenace, una session american pale ale. Non a caso ogni idea geniale che si rispetti porta con sé prove su prove e anche qualche difficoltà. È stata necessaria tutta la maestria di un esperto dell’arte bianca.
“Non è stato semplice – spiega Sapone – perché abbiamo utilizzato una birra molto luppolata e il luppolo va a inibire quella che è la fermentazione di un impasto preparato con il lievito madre. Ne è nato un prodotto con una lunga lievitazione e molto soffice. Abbiamo scelto la Tenace in quanto una birra delicatissime e anche la più “pasticciera”, se possiamo dire così, per i suoi sentori di pesca tabacchiera e di litchis, che si sentono particolarmente all’interno del panettone. Inoltre – continua Sapone – non è stato usato altro liquido all’infuori della birra”.
Ma attenzione. Non aspettatevi un “panettone che sa di birra”. Per assaporare tutti i sentori luppolati basterà spalmare su ogni fetta una deliziosa e fresca gelatina dolce alla birra che si trova all’interno della confezione. Ed è ben abbinabile, perché no, anche ai formaggi.
“Un bel regalo da trovare sotto l’albero per un Natale gourmet”, suggerisce Sapone.

Il momento del primo assaggio non si scorda mai. Non solo per il consumatore. Ma anche e soprattutto per chi questa birra l’ha pensata, l’ha voluta, l’ha fatta nascere e l’ha cresciuta.
Sulla Tenace, una volpe, un animale schivo e selvatico, simbolo di tenacia e intelligenza. “Indiscussa protagonista dei tramonti dell’Alta Murgia – si legge sul retro – la volpe non teme chi sa comprenderla e rispettarla. Il lavoro e la creazione di ambienti sociali possono cambiare la vita di ogni singola persona, che seppure si nasconda timida nella sua tana è capace di essere straordinaria come una volpe”. La birra Tenace viene prodotta in un birrificio che punta all’inclusione sociale, all’aggregazione a all’artigianalità. La mission valorizzare il territorio, promuovere la cultura della birra e allo stesso tempo favorire l’accesso al lavoro alle persone con disabilità psichiche grazie al loro coinvolgimento nell’attività produttiva.
“Dopo aver assaggiato tutti e tre il primo pezzo del nostro panettone alla birra c’è stato un attimo di silenzio – ricorda Capozzo – È stato un momento emozionante, indescrivibile. In queste birre c’è il mio modo di lavorare. Quando qualcun altro che lavora con i sapori con un’attenzione particolare al gusto pensa a te è un’attestazione enorme e mi inorgoglisce”.

Potete trovare il panettone alla birra al pub birreria Barba Nera in Via Supriani, 28, ad Acquaviva delle Fonti.

 

Giornalista professionista, laurea in lingue e letterature straniere e un master in Social Communication. Piacentina d’origine, pugliese d’adozione dal 2012, cresciuta a tortelli e gnocco fritto, impara a cucinare in Canada, a Toronto, dove ha vissuto sei anni e dove ha lavorato per il quotidiano italiano Corriere Canadese. Oltreoceano scopre una diversità culinaria etnica senza confini. Da allora la sua vita cambia. Cucina e ristoranti diventano luoghi interscambiabili di idee, progetti, tradizioni e passioni. Ama assaporare, provare, gustare. E fare foto. Conduce su Telenorba e TgNorba24 la trasmissione “I colori della nostra terra”, un programma che parla di ruralità, agroalimentare ed eccellenze enogastronomiche della Puglia. Ha collaborato con I Love Italian Food e il Cucchiaio d’Argento ed è spesso chiamata a far parte di giurie di eventi a carattere enogastronomico e di concorsi legati al mondo della pizza. Recensisce pizzerie per guide cartacee e online. Nel 2011 crea Pasta Loves Me, un blog che parla di lei, di pasta, food e lifestyle. È fondatrice e responsabile di Puglia Mon Amour, un’avventura che vive con gli occhi curiosi di turista e l’entusiasmo di un’innamorata per una terra che regala ogni giorno emozioni, genuinità e solarità. Ha la pizza napoletana nel cuore e tutto quello che rende felice il suo palato. E vive con una certezza: la pizza non le spezzerà mai il cuore.

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